Il valore di un sorriso

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Tra le cose  che ricordo con più piacere dei miei viaggi ci sono sicuramente gli incontri coi bambini ; ogni qualvolta ci si inoltri in un villaggio locale  i primi a correre incontro ai turisti di turno sono infatti loro, piccoli frugoletti vivaci che in men che non si dica ti travolgono di attenzioni e sguardi curiosi.

“Muzungu, muzungu….!!” gridavano in Kenya al fine di avvisarsi a vicenda che gli stranieri erano arrivati e subito li si vedeva sbucare da ogni angolo, da ogni casa per accorrere a dare il benvenuto sperando in qualche dolciume o giocattolino. E lo stesso capitava a Zanzibar quando, distesi sulla spiaggia, li si vedeva avvicinarsi in cerca di “pipi”, caramelle, che in ogni viaggio non scordo mai di portare. Ricordo ancora gli occhi dei bambini Dominicani, quando ci hanno visto arrivare in pulimo. I loro visi si sono aperti di gioia e, in un secondo, ci hanno circondato tanto da non permetterci di scendere; inserivano le loro braccine magre all’interno della vettura, aprendo le manine e incitandoci a donargli qualcosa, qualsiasi cosa.

In questi anni ho avuto la possibilità di vistare scuole e villagi, di portare aiuti a istituzioni e famiglie ricevendo sempre in cambio sguardi e parole riconoscenti nonchè tantissima ospitalità; ci hanno offerto frutta appena colta e ci hanno invitato nelle loro stesse dimore  premurandosi ogni volta di farci sentire come a casa, noi che quelle baracche di fango senza porte e finestre non saremmo mai in grado di chiamarle “casa”.

E’ sempre un’emozione incontrarli; spesso vestiti di stracci, scalzi e impolverati ma comunque felici! Felici di vivere e di correre liberi, loro che sono ancora capaci di entusiasmarsi per un pennarello colorato. Sono creaturine semplici, da cui tutti avremmo qualcosa da imparare; sembrano discorsi ovvi e scontati ma la verità è che purtroppo non ce ne si rende mai conto abbastanza, per lo meno fino a che non li si vede con i propri occhi.

E’ per questa ragione che mi preme raccomandare a tutti quanti siano in partenza per un viaggio in Africa, Caraibi o per altre nazioni bisognose, di domandarsi per un attimo se nella propria valigia non ci sia il posto per un pacco di caramelle, qualche vestitino o giocattolo; tutte  cose che noi probabilmente  finiremmo per buttare ma che là invece possono avere un grande valore.

…Perchè far sorridere un bambino è indubbiamente la cosa più bella del mondo!

Federica, 30 anni, made in Friuli. Laureata in Scienze e Tecniche del Turismo Culturale. Travel addicted per nascita e travel blogger di mestiere, sono alla continua ricerca di nuove esperienze ed avventure da condividere.

Discussion9 commenti

  1. bel post e belle foto..ma ora dove sei, si può sapere? e soprattutto che bellissimo lavoro ti permette di viaggiare e spostarti in continuazione? Sono proprio curioso.

    • Grazie!
      Beh io sono semplicemente una studentessa universitaria che durante tutto l’anno dà un sacco di ripetizioni private per poter poi scappare lontano non appena possibile per inseguire le mie vere passioni =)

    • L’ho avuta eccome!!! Vederli così felici per delle semplicissime caramelle faceva venir voglia di portarseli tutti quanti in Italia per riempirli di regali e di tutte quelle cose belle che probabilmente lì non avranno mai.

  2. Ciao Federica, mi era rimasto impresso questo post un pò perché sono stato a Zanzibar e un pò perché condivido lo spirito che anima questo tuo blog: il viaggio è un’ occasione per arricchirsi e visto che ci dà tanto, perché non donare qualcosa anche noi?
    La tua provocazione a “quanti siano in partenza per un viaggio in Africa, Caraibi o per altre nazioni bisognose, di domandarsi per un attimo se nella propria valigia non ci sia il posto per un pacco di caramelle, qualche vestitino o giocattolo” non è scontata ed è qualcosa che dovremmo inserire nelle nostre “liste” per preparare la valigia come alcuni farmaci; anche i farmaci di base sono per esempio un bene che ha un gran valore. Potremmo lasciarli lì alla fine del viaggio. Ma il motivo di questo mio intervento oggi sono queste foto di bimbi.
    Ho letto un libro “Ombra bianca”. E’ ambientato nella stessa Tanzania di questi bimbi in foto, non a Zanzibar ma in una realtà di pescatori e rurale come quella di questi bimbi. Racconta di una bimba Adimu che è africana ma non è nera, è albina. Gli albini in Africa (soprav)vivono in condizioni che non posso descriverti qui. Ho scritto un post perché volevo dare un piccolo contributo a fare conoscere queste condizioni. Anche in questo caso, piccoli gesti possono essere importanti: quegli occhiali da vista e da sole da noi buttati e dimenticati in fondo ai nostri cassetti, sono essenziali per proteggersi dalla luce del sole per gli africano che sono affetti da albinismo.
    Se ti va di leggere http://redbavon.wordpress.com/2013/10/07/ombra-bianca/
    Se vorrai anche tu fare girare la voce, ne sarò felice.
    Se ritieni questa mia un’intrusione, scusami, davvero non è mia intenzione. Leggendo il tuo blog ho avuto la sensazione che potessi comprendere lo spirito di queste mie righe. Scusami ancora.
    Grazie per il tempo dedicatomi, Claudio

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