Bayahibe, come un ritorno a casa

2

 

“ Il comandante informa i signori passeggeri che siamo atterrati all’aeroporto di La Romana, sono le ore 20.35 e la temperatura dell’aria è di 26  gradi centigradi”

Con le gambe intorpidite dopo il lungo volo, a passo traballante esco finalmente dall’aereo.
Fuori è già buio, fa piuttosto caldo ma soffia un piacevole venticello, una brezza leggera che, spettinandomi un po’, pare sussurrarmi: Ben tornata a casa Federica!.
Sì perché quello con la Repubblica Dominicana fu, nel 2012, un addio piuttosto sofferto e questo mio nuovo viaggio non è altro che il tanto atteso rincontro, finalmente arrivato.

Con orgoglio presento il passaporto all’impiegata, proprio lì dove campeggia già in bella vista il timbro della mia prima visita; lei mi sorride, probabilmente lo fa con tutti ma io preferisco interpretarlo come un simbolo, il segnale che quest’isola meravigliosa ha il piacere di riaccogliermi una volta ancora, esattamente come è grande il piacere mio di essere nuovamente qui.
Stesso periodo dell’anno, stessa località, stesso villaggio, il Viva Dominicus Beach, a Bayahibe. Una struttura sicuramente molto quotata dal turismo internazionale, un grande resort forse un po’ affollato ma accogliente, piacevole e su un tratto di costa semplicemente sensazionale.
Ciò che conta è ritagliarsi i propri spazi, il proprio angolino di paradiso; uscire spesso dal villaggio, utilizzarlo solo come una base, un punto sicuro in cui dormire e mangiare e da cui partire alla scoperta di questo meraviglioso paese.
DSC_0050_2La nostra camera è in una palazzina tutta nuova, spuntata come un funghetto negli ultimi due anni.
Spaziosa, pulita e dalla veranda si scorge il mare, tra i fusti intrecciate delle alte palme caraibiche; al tramonto lo spettacolo è ancor più affascinante quando, tra i tronchi affusolati, si intravedono gli incredibili colori del tramonto di Bayahibe.
DSC_0160
I primi giorni giochiamo un po’ alla caccia al tesoro; a scovare cosa c’è di nuovo, cosa è cambiato e cosa invece è rimasto lo stesso.
La verità è che in una struttura di tali dimensioni tutto muta in un baleno: camera appena costruite, ristoranti ristrutturati, nuovi cibi, nuove bevande. E ancora servizi mai visti, il gelato artigianale e il cocco in spiaggia. Un’infinità di lettini aggiuntivi, nuovi volti tra il personale e, con estremo rammarico, cambiamenti incredibili anche per quanto riguarda flora e fauna.

Al di là dei curatissimi giardini del resort, scopro infatti che il mare, quel mare di cui mi ero pazzamente innamorata, mi si presenta oggi come una piatta tavola blu, limpida e pulita come sempre ma, ahimè VUOTA.

Entrando in acqua niente più coralli, pesciolini e piccole rocce; nessun colore, pochissima vita al di là di qualche alga e alcuni pescetti grigiastri.
I fondali per diversi metri sono spogli, solo morbida sabbia e null’altro eppure non sono poi così lontani quei giorni in cui mi ci immergevo e me ne innamoravo.

Due anni, solo due anni…ma com’è rapido questo TURISMO DELLA DISTRUZIONE!
DSC_0016

To be continued…

Federica, 30 anni, made in Friuli. Laureata in Scienze e Tecniche del Turismo Culturale. Travel addicted per nascita e travel blogger di mestiere, sono alla continua ricerca di nuove esperienze ed avventure da condividere.

Discussion2 commenti

  1. Meno male che almeno una stella marina l’hai trovata…
    Quanto vorrei scappare anche io in qualche bel posticino al caldo…
    Ciao ciao
    Max

  2. E non solo il turismo.. la pesca intensiva, l’inquinamento, lo spregio di ciò che sostiene la nostra vita.. che amarezza vero?

Leave A Reply

Translate »
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: