Con una superficie di oltre 200 mila ettari, il Parco Nazionale di Torres del Paine è una delle principali attrazioni del Cile.
Situato nella regione di Magellano e dell’Antartide cilena è un’area protetta dall’UNESCO e la terza dell’intero Paese per numero di visitatori, specialmente europei, che ogni anno si perdono tra le incredibili bellezze dei suoi infiniti spazi.
Viaggio in Patagonia: dove dormire e cosa fare a Torres del Paine
Situato a 112 km a nord di Puerto Natales e a 312 km dalla città di Punta Arenas, dove atterro dopo circa 3 ore di volo da Santiago, il Parco di Torres del Paine è il luogo in cui mi innamoro all’istante e definitivamente del Cile.
Esso prende il nome da le tre “Torres“ – appunto – ossia un gruppo di enormi monoliti di granito, successivamente erosi dal ghiaccio, dall’acqua e dai venti che, con la loro caratteristica forma, sono le protagoniste del parco; la Torre Central è la più elevata delle tre ed è alta quasi 2800 metri.
Dove dormire a Torres del Paine
Ci impiego la bellezza di 5 ore d’auto per raggiungere l’Hotel Las Torres, il mio nido di pace all’interno del Parco di Torres del Paine.
Si tratta di una struttura piccola ma non troppo, costituita da quattro edifici distinti, collegati tra loro soltanto da alcune passerelle scoperte che – dunque – implicano il passaggio all’aperto: un aspetto molto particolare e caratteristico, dovuto al suo passato di fattoria e allevamento di bestiame.
Un albergo che è un gioiellino della Patagonia, dove coccole e benessere sono all’ordine del giorno.
Grandi vetrate vista Ande, confortevoli ambienti di legno chiaro e un piccolo ristorante di alta qualità in cui, già dalla mattina presto, rimango incantata dalle decine di cavalli del maneggio che, durante la colazione, mi galoppano davanti regalandomi un magico buongiorno.
Il programma di All Inclusive dell’hotel comprende tutti i servizi necessari per garantire un soggiorno estremamente confortevole: non solo quindi i transfer da e per l’aeroporto o il porto e le tasse di entrata al parco ma anche tutti i pasti, l’open bar durante la giornata, il WiFi satellitare e soprattutto l’intero programma di escursioni, da prenotare di volta in volta attraverso il personale bilingue (inglese e spagnolo) sempre a disposizione.
Cosa fare a Torres del Paine
È difficile spiegare la Patagonia a chi non l’ha ancora vissuta sulla propria pelle.
Solo lì mi rendo conto che io per prima, seppur consapevole e informata, non ero minimamente preparata a ciò che avrei incontrato.
Perché non si è mai pronti abbastanza al freddo pungente che screpola le mani e le labbra davanti a un enorme ghiacciaio che sa scaldare così tanto il cuore.
Nessun libro, rivista ed enciclopedia può spiegare quanto sia grande l’infinito, di spazi senza né inizio né fine che nemmeno percorrendoli su quattro ruote sembrano essere concretamente misurabili.
E quanto potrà mai essere alta una montagna? Duemila…quattromila metri… o semplicemente fino a dove arriva lo sguardo, sino a che gli occhi non si chiudono, stretti dai forti raggi del sole che albeggia fra le Ande.


Partecipare alle escursioni offerte dall’hotel è un’occasione unica e imperdibile per farsi accompagnare alla scoperta del Parco di Torres del Paine: situazioni indimenticabili che mi conquistano sin da subito, in cui mi sento rapire dalla Patagonia come non mai, come sicuramente non m’aspettavo, come solo Madre Natura sa fare.
1. Full Paine
È probabilmente il tour più completo, della durata di un’intera giornata, attraverso cui entrare in contatto con l’ecosistema del parco, con i suoi scorci pazzeschi, i paesaggi differenti, quelli che rendono così ricco e affascinante il territorio.
Si parte la mattina, ben coperti e con abiti idrorepellenti, a bordo di comodi bus e accompagnati da una guida esperta.
Il tragitto prevede alcuni stop nei punti panoramici migliori, a passo di trekking su terreni rocciosi, di media pendenza: percorsi adatti un po’ a chiunque, a patto che si sia muniti di scarpe adatte.
A lasciarmi davvero senza parole, con il fiato sospeso e gli occhi che brillano, è sua maestà il Salto Grande – la Grande Cascata – una delle attrazioni più celebri di tutta la Patagonia cilena.
È lì che la potenza della natura incanta e ammutolisce, spingendo chi la guarda a cercare in essa quelle risposte che probabilmente non si troveranno mai.
Da dove nasce tutta quell’energia? Da dove arriva una tale forza, capace di spingere tonnellate d’acqua a riversarsi nel vuoto, dando vita a un fenomeno dal fascino unico nel suo genere…?!
Un torrente in piena di acqua smeraldina che si tuffa spumeggiando tra le rocce vulcaniche aspre e crude.
Il rumore è forte, uno scroscio ininterrotto che termina con un tonfo, rompendo bruscamente il silenzio austero degli sterminati paesaggi del Sud del Cile.
Ma il percorso continua e la tappa successiva mi porta su di una spiaggia scura, senza ombrelloni né lettini, in cui a campeggiare, in prossimità delle rive ciottolose, sono grossi pezzi di ghiaccio, meglio conosciuti come iceberg.
Ci si imbarca quindi su di un catamarano, per una crociera della durata di 3 ore lungo il Lago Gray.
A bordo ci si gode il pranzo mentre fuori lo spettacolo prende vita.
Fa freddo, molto freddo.
Sul ponte il vento è forte, l’aria ghiacciata congela le dita ma la navigazione è troppo emozionante per resistere all’istinto di uscire fuori a godersi il panorama, di quell’acqua così grigia a causa di un piccolo microrganismo capace, oltretutto, di interdire totalmente la vita nella zona.
Di minuto in minuto l’obiettivo si avvicina sempre più, lo vedo in lontananza e contenere l’entusiasmo è difficile: il mio primo ghiacciaio è lì e mi sta aspettando!



La giornata si conclude infine presso un ranch dove, aspettando il tramonto alle spalle delle tre torri, ci gustiamo un aperitivo a base di Australis – la birra prodotta più a Sud del mondo – e di gustosissimi formaggi locali.
2. A cavallo per la Patagonia
Tra le escursioni da non perdere a Torres del Paine, un posto d’onore lo merita il tour a cavallo per la Patagonia: 4 ore di trotto fra prati e rilievi, attraversando ruscelli ghiaiosi, ripide discese e poi su fino al mirador.
Sento svilupparsi sin da subito una certa empatia con il destriero con cui trascorro la mattinata.
Procediamo insieme verso le alture, superando dislivelli e guadando fiumiciattoli ciottolosi.
Gli zoccoli affondano nella terra scura e bagnata, i muscoli sono tesi, la criniera ispida.
Stringo forte le redini per guidarlo nella giusta direzione e lui, forse consapevole della mia inesperienza, sa quando è il caso di ascoltarmi e quando no.
Cavalchiamo per ore sotto un cielo incredibilmente limpido e blu: solo natura intorno a noi…silenzio…poi un nitrito…e le Ande, così grandi, così maestose e ancora innevate dall’inverno appena trascorso.
Vivo la mia escursione a cavallo come un’esperienza particolarmente intensa oltre che come un ottimo modo per entrare gradualmente in confidenza con la cultura dei gaucho, tipica e tradizionale della Patagonia cilena.
Un’attività adatta a tutti, anche a chi è alle prime arme.
Una giornata semplicemente indimenticabile che rimarrà per sempre impressa nei ricordi e nel cuore.