Blue Hole Trip, un’imperdibile escursione da Sharm

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È mattina, il termometro segna già 36° e le  jeep fremone dalla voglia di partire alla volta del deserto di Abu Galum, per poi raggiungere la costa fino al Blue Hole, un capolavoro della natura in cui immergersi tra i popolatissimi fondali del Mar Rosso.
Pronti, attenti…VIA: si parte per il Blue Hole Trip, un’imperdibile escursione da Sharm!
deserto sinai 2

Blue Hole Trip, un’imperdibile escursione da Sharm

Dal litorale di Sharm El Sheikh al deserto di Abu Galum il percorso è di circa un’ora; il paesaggio egiziano si fa, se possibile, sempre più arido e spoglio, mentre i nostri pneumatici scorrono sul terreno polveroso alzando grosse nuvole rossastre che ci si dissolvono alle spalle.

La prima parte dell’escursione è dedicata ad un sorta di safari, un percorso avventuroso tra le alte pareti rocciose e le piccole oasi verdi che caratterizzano l’area desertica della penisola del Sinai.

Il nostro autista si ferma ogni tanto per permetterci di scattere qualche foto a ciò che ci circonda: il colore ocra della terra, l’azzurro limpido del cielo ed il silenzio più totale intorno.
Decidiamo addirittura di percorrere parte del tragitto accovacciati sul tettuccio della jeep, con il vento tra i capelli e l’aria calda addosso mentre la giusta dose di adrenalina ci attraversa da capo a piedi.

I miei occhi, quasi in preda ad un’entusiasta crisi di horror vacui, cercano di cogliere qualche dettagli qua e là, una presenza, un diversivo ma tutto ciò che differenzia uno spazio dall’altro è la forma degli speroni che compongono il canyon: a volte bassi e levigati, altre più alti e aguzzi.

deserto sinaiCi lasciamo il deserto alle spalle e dopo qualche chilometro cominciamo ad intravedere il mare: il blu intenso dell’acqua spicca e contrasta con il colore della sabbia e soltanto una capannina in legno, montata alla bene e meglio a pochi passi dalla riva,  ci suggerisce la presenza umana.
Eccoci a Dahab!

Un paio di bambini curiosi ci viene incontro mentre alcuni uomini si occupano di sellare e sistemare un gruppetto di dromedari che, pacifici, si riposano sulla sabbia.

Non avevo mai partecipato ad una cammellata, mai mi era capitato di montare questi curiosi animali, con una perenne aria da tonti sul muso, le zampe lunghissime e apparentemente instabili e la classica andatura goffa.

Dondoliamo per circa un quarto d’ora in sella ai dromedari, costeggiando il lungomare, tentando di mantenere l’equilibrio sulla gobba, nonostante l’irrefrenabile voglia di voltarci qua e là, come trottoline, per non perderci nemmeno una sfumatura, per immortalare tutto, con foto, video e addirittura qualche secondo di Snapchat.

L’ultima tappa dell’escursione ci aspetta e così riaccendiamo i motori in direzione Blue Hole...o Buco Blu, per dirla all’italiana.
Esso consiste in una profondissima depressione marina – parliamo di centinaia di metri dalla superficie – la cui origine è puttosto misteriosa: c’è chi parla di un meteorite caduto e chi di un terremoto, che avrebbe spaccato il fondale creando l’enorme cavità.

Blue Hole Dahab 2Qualche minuto di sosta in un’accoglientissima “capanna” beduina a due piani e poi dritti in acqua, con maschera, pinne e boccaglio al seguito.
Accompagnati da una guida locale, ci immergiamo in quello che ci viene presentato come un vero paradiso per snorkeling e diving anche se, ad oggi, nessuno è ancora mai riuscito a conquistare il fondo.

Volteggiamo tra le onde, fra pesciolini di ogni sorta ed un reef mozzafiato. Coloratissimo e decisamente affollato, si sviluppa richissimo alla nostra destra mentre, a sinistra, un baratro scurissimo sembra quasi volerci inghiottire, squarciato soltanto dalle scie luminose dei raggi del sole che pentrano dall’esterno.

Che spettacolo questo Mar Rosso!

Federica, 30 anni, made in Friuli. Laureata in Scienze e Tecniche del Turismo Culturale. Travel addicted per nascita e travel blogger di mestiere, sono alla continua ricerca di nuove esperienze ed avventure da condividere.

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